sabato 20 marzo 2010

A Romeo

Dolce caro e buon Romeo
ci hai riuniti anche quest’anno
per far festa e per brindare
a pensione e compleanno.
Noi di cuore ti auguriamo
di campare altri cent’anni
sempre in forma e con vigore
senza acciacchi ne malanni.
Bella età sessantotto anni
bella meta non ci piove
ma sarebbe molto meglio
forse un bel sessantanove.
Mi hanno detto di recente
che da quando sei in pensione
tira poco, poco o gnente
ti manda in depressione.
Non vorrei che tu soffrissi
proprio adesso sul più beo
di quel male misterioso
detto il male dell’agneo.
Ti ricordi quando un tempo
o mio caro cicisbeo
il pensiero ti bastava
a far grosso el scanareo.
Sempre dritto sempre duro
pennellava lui con arte
ora moscio e genuflesso
el te pissa sora a e scarpe.
Ea Romea, sta poveretta
la gaveva un tempo stretta
ma col tempo e con l’usura
se a ritrova lasca e dura.
Non xe più che i tempi bei
che girava tanti osei
or ghe voe tanta pasiensa
e anca un fià de sofferenza.
Par far festa al so Romeo
e dar aria al scanareo
proprio sora a la bernarda
la ga messo na coccarda.
Par far veder che a ze cea
e par renderla più bea
con la cipria e col rossetto
e a se gà trucà el buseto.
“Signore famme morire”
el ga tacà lu a dire
e a montarla el ze partio
par davanti e par dadrio.
Pareva proprio ch’ea volta la
che sora al cofano destirà
tirando fora el compressore
el ghe gavea lavà el motore.
Caro Romeo divertiti ancora
e finche hai fiato va dentro e fora
se poi le forze ti mancheranno
non rattristarti non darti affanno.
La farmacia viene in aiuto
a chi lamenta “non son venuto”
nà pastiglietta blu oltremare
un giovanotto ti fa tornare.
E suscitare la meraviglia
di chi la prende e chi lo piglia
su dacci dentro fino all’aurora
poi ricomincia e fallo ancora.

lunedì 1 marzo 2010

A Carletto

Ho scritto in fretta queste rime per Giancarlo
anche se so che lui mi avrebbe detto di non farlo
perchè quel ch'io da dir forse non piace
a chi in fondo al cuor non si da pace.
Lo so sei diventato ancora un pò più vecchio
e sempre meno tu ti guardi nello specchio
i bei capelli biondi che portavi
e cento volte al dì tu pettinavi
li hai ritrovati un bel mattino sulle spalle
e t'hanno fatto un pò girar le palle.
Per non parlar di quel che nei calzoni
tu porti sempre a spasso a penzoloni
e come un dì Sansone ai Filistei
cadere fece il tempio degli dei
dicesti tu, che sei cocciuto più di un mulo
se più non piaccio andate a prenderlo nel culo
senza pensare che, vivendo in questi tempi
ai fatto tutti quanti un pò contenti
e invece di pensar loro a un'offesa
col cul si sono fatti anche la spesa.
E cosa dir della tua voce calda e roca
che alle ragazze un di facea, bagnar la coca ?
Caro Carletto ascolta un pò quel che ti dico
se vuoi davvero ancora essere fico
Non ascoltare più queste cazzate
e chi davanti a te le ha raccontate
lo ha fatto, penso, sol per divertire
gli amici tuoi che hai fatto qui venire.
Noi ti auguriam con tutto il nostro cuore
Felicità Salute e tanto Amore
e ci auguriam che ancora tra cent'anni
saremo qui a far festa ancor dentro a sti panni.

MR